La storia del Prosecco

Se c’è un vino che, negli ultimi anni, ha saputo conquistare le tavole (ed i tavolini…) di tutto il mondo è sicuramente il Prosecco. Leggero, fresco, conviviale: è diventato l’immancabile protagonista degli aperitivi, delle feste ed è sempre più presente anche in pranzi e cene. Ma dietro quella bottiglia così familiare si nasconde una storia sorprendentemente lunga, fatta di tradizioni antiche e di un territorio unico

Non tutti sanno che il Prosecco ha origini davvero antiche. Già in epoca romana, nella zona dell’attuale Friuli Venezia Giulia, si parlava di un vino molto apprezzato chiamato Pucinum, che – secondo fonti storiche – era tra i preferiti dell’imperatrice Livia. Non era ancora il Prosecco come lo conosciamo oggi, ovviamente, ma possiamo dire che le sue radici affondano proprio lì

Il nome “Prosecco” compare per la prima volta nel Cinquecento, e prende il nome da un piccolo borgo vicino a Trieste. All’epoca si trattava di un vino bianco tranquillo (cioè senza bollicine), prodotto con l’uva che oggi conosciamo come Glera.

Il vero cuore del Prosecco, però, lo troviamo un po’ più a ovest, tra le colline di Conegliano e Valdobbiadene, in Veneto. È qui che, a partire dal XVIII secolo, la coltivazione della Glera ha trovato condizioni ideali, e si sono poste le basi per quello che sarebbe diventato un vino simbolo del Nord Est italiano

Con il tempo – e grazie all’introduzione del metodo Martinotti, che prevede la fermentazione in autoclave – il Prosecco ha assunto la forma moderna: uno spumante fresco, aromatico, facile da bere e perfetto per ogni occasione. A differenza dello Champagne, che nasce con un metodo più lungo e complesso, il Prosecco ha puntato sulla semplicità e sull’immediatezza, ed è proprio questo il suo punto di forza.

Nel 2009 è arrivato un passaggio fondamentale: la nascita della DOC Prosecco e della DOCG Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore, riservata alla zona collinare storica. Un riconoscimento che ha aiutato a distinguere i diversi livelli di qualità e a tutelare i produttori seri da imitazioni poco fedeli

E nel 2019 le colline di Conegliano e Valdobbiadene sono state dichiarate Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Un segno che il paesaggio e la tradizione vinicola di questa zona non hanno solo un valore economico, ma anche culturale

Il Prosecco è ormai conosciuto in tutto il mondo. È amatissimo negli Stati Uniti (nonostante i dazi), nel Regno Unito, in Germania e anche in Giappone. Ma attenzione: non tutti i Prosecchi sono uguali. Ci sono diverse tipologie, dalla versione Brut (più secca) alla Dry (più morbida), e diverse variazioni sul tema come il Rosè o il Tranquillo, senza bollicine, che in pochi conoscono

Quello che li accomuna, però, è lo spirito. Il Prosecco è un vino che sa mettersi a suo agio in qualsiasi contesto: è elegante ma non pretenzioso, semplice ma mai banale. È uno di quei prodotti che, una volta capito davvero, ti fa dire: “Ecco perché piace a tutti”