Animali pericolosi: il mamba nero
Quando si parla di “Mamba Nero”, l’immaginazione corre subito a un serpente letale, velocissimo e spietato. Ma al di là delle leggende e delle paure infondate, il Mamba Nero è molto più di un “killer silenzioso”: è una creatura affascinante, adattata in modo sorprendente al suo ambiente, e con un importante ruolo ecologico
Chi è davvero il Mamba Nero – Black Mamba?
Il suo nome scientifico è Dendroaspis polylepis e appartiene alla famiglia degli Elapidi (la stessa di cobra e serpenti corallo). Curiosamente, nonostante il prefisso “dendro-” significhi “albero”, è in realtà più terrestre che arboricolo. E no, non è nero. Il suo corpo varia dal grigio al marrone oliva, e il soprannome “nero” viene dal colore dell’interno della sua bocca, che mostra in segno di minaccia. Un esemplare adulto può arrivare a 2 metri, ma alcuni superano anche i 4 metri! È lungo, snello, muscoloso: un corpo costruito per la velocità e la precisione
Dove vive e come si muove
Il Mamba Nero è diffuso in buona parte dell’Africa subsahariana: dall’Eritrea fino al Sudafrica, passando per Kenya, Congo, Tanzania, Zimbabwe, Nigeria e Angola. Nonostante il nome “arboreo”, si muove agilmente sul terreno, tra savane, boscaglie e foreste. Predilige zone calde e asciutte, con rifugi sicuri come termitai abbandonati, cavità nel terreno o tronchi cavi. Con l’espansione delle attività umane, però, capita sempre più spesso di trovarlo nei pressi di villaggi e coltivazioni
Un predatore timido (ma velocissimo)
Contrariamente alla fama di aggressività, il Mamba Nero è un animale schivo. È attivo di giorno, è un cacciatore solitario, e, come molti animali selvatici, se può evita il contatto con l’uomo. Ma se si sente minacciato, reagisce: solleva la parte anteriore del corpo, mostra la bocca nera, sibila e può colpire con una serie di morsi rapidissimi. Riesce a raggiungere velocità di quasi 20 km/h — più di una persona che corre. Ma usa questa dote più per fuggire che per attaccare
Dieta / tecniche di caccia
Il Mamba Nero si nutre di piccoli mammiferi, uccelli e altri rettili (anche di piccoli serpenti). È un predatore efficiente, con una tecnica ben collaudata:
- “colpisci e lascia andare”: con prede grandi, le morde e aspetta che il veleno faccia effetto, seguendole fino al momento della morte
- “colpisci e trattieni”: con prede più piccole, mantiene la presa fino alla paralisi
La digestione è rapida: in alcune ore il pasto è completamente smaltito, grazie anche a enzimi speciali nella saliva che iniziano subito a “sciogliere” carne, ossa e penne
Un veleno micidiale (e utile)
Il veleno del Mamba Nero è uno dei più potenti al mondo. Agisce sul sistema nervoso, bloccando muscoli e respirazione. I sintomi arrivano in pochi minuti: formicolio, difficoltà motorie, paralisi.
Senza antidoto, il morso è quasi sempre letale. Ma con un trattamento tempestivo, si può sopravvivere.
Una curiosità poco nota: nel veleno sono state scoperte le “mambalgine”, molecole che potrebbero rivoluzionare la terapia del dolore. Agiscono come potenti analgesici, ma senza gli effetti collaterali degli oppioidi. Sono ancora in fase di studio, ma la prospettiva è promettente

Riproduzione e crescita
I Mamba Neri si accoppiano in stagione calda. I maschi si sfidano in veri e propri “duelli” per conquistare la femmina. Quest’ultima depone da 6 a 25 uova, che abbandona: i piccoli nascono già indipendenti, velenosi e lunghi fino a 60 cm. In pochi mesi raggiungono oltre un metro di lunghezza
Conservazione: una specie da proteggere
Anche se la IUCN lo classifica come “a rischio minimo”, il Mamba Nero non è immune alle minacce. L’espansione urbana, la deforestazione e la paura che suscita lo rendono vulnerabile. Spesso viene ucciso a vista, vittima della sua fama. I piccoli sono predati da manguste, uccelli rapaci e altri serpenti, e nelle zone troppo antropizzate è difficile per la specie rigenerarsi
Il serpente dei 7 passi
Molte storie attorno al Mamba Nero sono esagerazioni o invenzioni. Una delle più diffuse è che, dopo il morso, non si facciano “più di sette passi” prima di morire. In realtà, con un pronto intervento medico, si può sopravvivere